Libri d'Artista | Fondazione Berardelli


  • Emilio Isgro.  L'avventurosa vita di Emilio Isgro, 1975
    Emilio Isgrò. L'avventurosa vita di Emilio Isgrò, 1975
  • Emilio Villa, Le Idrologie, 1968
    Emilio Villa, Le Idrologie, 1968
  • Eugenio Miccini, Liber, 1981
    Eugenio Miccini, Liber, 1981
  • Eugenio Miccini, Poesie visive, 1970
    Eugenio Miccini, Poesie visive, 1970
  • Franco Vaccari, Entropico, 1966
    Franco Vaccari, Entropico, 1966
  • Luciano Ori, Io c'era, 1967
    Luciano Ori, Io c'era, 1967
  • Lucia Marcucci, io ti ex-amo, 1970
    Lucia Marcucci, io ti ex-amo, 1970
  • Michele Perfetti, ... 000+1  poesie tecnologico-visive, 1966
    Michele Perfetti, ... 000+1 poesie tecnologico-visive, 1966
  • William Xerra, All'altra estremità del campo, 1970
    William Xerra, All'altra estremità del campo, 1970
  • Stelio Maria Martini, Neurosentimental,1985
    Stelio Maria Martini, Neurosentimental,1985
  • Sarenco,Teatro pubblico, 1973
    Sarenco,Teatro pubblico, 1973
  • Mirella Bentivoglio, Punto ambiguo,1973
    Mirella Bentivoglio, Punto ambiguo,1973
  • Michele Perfetti, Poesia tecnologica frammenti quotidiani, 1969
    Michele Perfetti, Poesia tecnologica frammenti quotidiani, 1969
  • Bory Jean-François LogorintheLerici, Roma 1969
    Jean-François Bory, Logorinthe, Lerici, Roma 1969
  • Ugo Carrega, Poemi per azione, Lerici Editore, Roma 1969
    Ugo Carrega, Poemi per azione, Lerici Editore, Roma 1969

Libri d'artista

Non è facile individuare un movimento artistico che nel corso del XX secolo non si sia rivolto al libro con interesse, vedendolo spesso non solo come strumento di diffusione di idee e intenti ma anche come vero e proprio luogo di ricerca. Tuttavia le prime sperimentazioni consapevoli su questo supporto, denominate poi come libro d'artista, non volendo nulla togliere agli illustri precedenti futuristi e dadaisti, risalgono, a parere unanime della critica, ai primi anni sessanta, momento in cui numerosi artisti cominciano a interessarsi contemporaneamente alle potenzialità di tale mezzo a fini artistici.

Il suo impiego si inserisce in una più ampia operazione di scandaglio dei media tecnologici portata avanti in quegli anni in particolare dalle neo avanguardie che sentono l’esigenza di sperimentare nuove pratiche espressive per alimentare e sviluppare l’acceso dibattito nato al proprio interno riguardante l’arte e il suo sistema.
Il cinema, i video, la televisione, la fotografia, le registrazione audio, per i quali Dick Higgins conia il termine Intermedia, si propongono come nuovi luoghi dell’operare artistico. E in particolare Il libro – capace di contenere, in un formato flessibile e mutevole, immagini, testi, segni e materiali differenti e di esprimere un ampio ventaglio di idee, dalle più astratte a quelle intime e personali - si dimostra essere l’intermedia per eccellenza.
Facilmente riproducibile e a basso costo, il libro d'artista si presenta inoltre come il modo più economico ed efficace per diffondere il pensiero e l’arte, strumento ideale per realizzare le teorie utopistiche democratizzanti che si proponevano di dare al prodotto culturale la maggior accessibilità possibile. Così il libro da simbolo della cultura istituzionale, diventa il mezzo per eludere i meccanismi commerciali, espositivi ed elitari dell’arte e per infrangere la dicotomia vita/arte.

La sua distribuzione non avviene più attraverso librerie e gallerie ma con canali alternativi come la posta e lo scambio diretto. L’artista acquista una nuova autonomia rispetto alle istituzioni anche nella produzione delle opere: spesso diventa editore di se stesso, alimentando il fenomeno della small press o stampa alternativa, Ed Ruscha apre una propria casa editrice: “Heavy Industry Publication” (Los Angeles), Dick Higgins fonda le edizioni “Something else press” (New York), Dieter Roth “Forlang” (Reykjavík), Ian Hamilton Finlay “Wild Hawthorn Press” (Edinburgh), Jochen Gerz “Agentzia Editions”. Lo stesso fenomeno si manifesta anche in Italia: Eugenio Miccini dà vita alle edizioni “Téchne” (Firenze), Adriano Spatola a “Geiger”, Maurizio Nannucci a “Exempla Edizioni” (Firenze), Sarenco a “Amodulo” (Brescia).
In questo frangente l’aspetto estetico dell’opera è decisamente in secondo piano: molto spesso i libri d'artista non mostrano particolari raffinatezze tipografiche e hanno le medesime sembianze di quelli prodotti industrialmente. Gli artisti per abbattere i costi utilizzano tecniche decisamente povere: il più delle volte, quando producono artigianalmente, si servono del ciclostile o si affidano, per ottenere alte tirature, alla neonata stampa in off set.
Esempio fondamentale delle prime sperimentazioni è il citatissimo Twentysix Gasoline Station di Ed Ruscha realizzato nel 1962 e dalla critica individuato come il vero e proprio capostipite di questo genere. Il pittore impagina una sequenza di 26 fotografie in bianco e nero, raffiguranti le stazioni di rifornimento che si trovano lungo la Route 66 tra Los Angeles e la città dov’è cresciuto, Oklahoma City. Il risultato è un volume di dimensioni ridotte, stampato in 400 copie, sobrio ed esteticamente poco curato, il cui intento di rappresentazione della quotidianità ha non poche aderenze con le esperienze coeve della Pop art. Tuttavia la forza rivoluzionaria di questo libro d'artista, nel quale la fotografia gioca solamente il ruolo secondario di medium, non sta tanto in ciò che contiene e raffigura, ma nella consapevolezza dello stesso autore di aver proposto con esso un nuovo modo di operare artistico. In Twentysix Gasoline Stations la forma libro diventa parte integrante di ciò che l’opera esprime e significa, così Ruscha compie una duplice rottura che riesce a mettere in discussione allo stesso tempo il concetto di libro e quello di opera.
Simultaneamente a Ruscha, altri artisti in paesi diversi, iniziano a sperimentare questa pratica: lo svizzero di adozione Daniel Spoerri e il francese Ben Vautier, entrambi gravitanti nell’orbita Fluxus, pubblicano sempre nel 1962 rispettivamente Topographie anecdotée du hasard e Moi, Ben je sign.

Particolarmente interessante e atipico è il percorso dello svizzero ma islandese di nascita Dieter Roth, forse il primo a concentrare la propria produzione quasi unicamente sul libro d'artista, spaziando dall’opera unica al multiplo ad alta tiratura. Roth, il cui lavoro ha avuto una grandissima influenza in questo ambito non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti, inizia le proprie sperimentazioni alla metà degli anni 50’. Influenzato dalle sue esperienze di poeta concreto e tipografo, si interessa inizialmente degli aspetti visivi e di composizione della pagina per poi rivolgere la propria attenzione alla struttura dell’oggetto libro e ai suoi elementi costitutivi. Spesso sostituisce la pagina con ritagli di giornale o di fumetto che poi rilega - come nel suo pionieristico Daily mirror del 1961: un cubo di 2x2 cm costituito da porzioni quadrate tratte dal celebre quotidiano londinese - oppure si serve di materiali inusuali puntando sempre a creare un’opera che risulta inscindibile dalla sua forma di libro.

In Italia già negli anni ’50 Carlo Belloli, poeta concreto con alle spalle una militanza nel movimento di Marinetti, crea un singolare volume dal titolo Gabbianoteca, definito dall’autore stesso un libro d’artista. L’opera, che ha una copertina di sughero che la rende galleggiante, è prodotta con spirito provocatorio in esemplare unico di proprietà dell’autore con la volontà che nessuno abbia la possibilità di comprarla.

Bruno Munari, considerato il padre del libro d’artista italiano, sempre intorno agli anni ’50, dà inizio a una serie di opere dal titolo Libri illeggibili di cui il più noto viene pubblicato nel 1953 nella collana Quadrat Print. L’artista, anch’egli come Belloli, proveniente da un’esperienza futurista ed anche da un’indicativa partecipazione all’edizione dell’Anguria lirica con Tullio d’Albisola nel 1934, utilizza in questi libri, carte differenti per spessore e colore che poi vengono da lui stesso, ritagliate, incollate e cucite il tutto senza l’intrusione del segno grafico.
Per molti, tuttavia, il vero e proprio capostipite di questa tendenza in Italia, è un libro in particolare: Neurosentimental del napoletano Stelio Maria Martini composto nel 1963 e pubblicato nel 1974 e riedito nel 1983. L’opera, che consiste nell’unione di materiale iconografico e scritto proveniente da diverse fonti, è definita dall’autore un “romanzo-collage”. Sempre di Martini è un volume di un anno precedente, dal titolo Schemi. La pubblicazione meno conosciuta è però, come la precedente, costituita dall’assemblaggio di tavole composte da strisce di parole, sottratte a giornali e rotocalchi, sovrapposte a immagini, sempre di derivazione giornalistica.
Con i 14 collage di Schemi, Martini non solo anticipa in certo senso di un anno l’esperienza poetico-visuale fiorentina di Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti - nelle composizioni di Martini, che sembrano apparentemente dettate dalla casualità, tuttavia manca la componente politica e contestataria che sarà il vero motore delle vicende artistiche del Gruppo 70 -, ma ci permette di affermare che le prime sperimentazioni consapevoli sul libro avvengono anche in Italia nel ’62, annullando l’idea di un ritardo italiano in tale ambito artistico.

Il libro d’artista, a seguito di queste prime prove, diventa, nel corso degli anni ’60 e ’70, un fenomeno trasversale praticato da tutti i movimenti che animano il panorama artistico di quel periodo oltre i fluxus, i poeti visivi e concreti, i concettuali ed anche altri artisti isolatamente o all’interno delle ricerche della Land art, della Narrative art, dell’Arte povera e Minimal ne sperimentano le potenzialità estetiche e di diffusione.

Poesia visiva e libro d'artista

Quotidiani, rotocalchi, pubblicità e fumetti, ma anche televisione e radio, con i loro linguaggi efficaci, diretti ed aderenti alla realtà quotidiana diventano per molti artisti nel corso degli anni ’60 e ’70 un’importante fonte di ispirazione dalla quale attingere immagini e parole. Ciò avviene con una duplice finalità: quella di fornire al pubblico codici con un alto grado di decifrabilità, riconoscibili e vicini all’immaginario collettivo, e quella di mettere in discussione il mondo stesso da cui provengono evidenziandone le contraddizioni.
La modalità compositiva più frequentemente utilizzata da questi artisti – la maggior parte dei quali è vicino ad ambiti di ricerca poetico visuale – è il collage che viene praticato anche all’interno del libro.
Michele Perfetti, ad esempio, si serve di questa tecnica in Poesia tecnologica: frammenti quotidiani del 1969 e in …000+1: poesie tecnologico/visive del 1971 nei quali sfrutta l’immediatezza di immagini e parole del linguaggio pubblicitario per realizzare tavole che con la loro ironia pungente arrivano senza mediazioni al pubblico. Lo stesso meccanismo viene sfruttato da Franco Vaccari - artista che si dedicherà successivamente ad altri tipi di percorsi pur rimanendo sempre suggestionato dal rapporto fra arte e quotidianità - in Pop esie del 1965 e nel successivo Entropico. Sempre incentrato sul riutilizzo di linguaggi già esistenti è H-Brunt dell’eclettico Emilio Villa, nel quale l’autore rielabora graficamente i primi tracciati di macchine elettroniche adattandoli alla pagine di un libro. In Stropsody invece Eugenio Carmi - artista proveniente da ambiti di ricerca non poetico visuali – tenta, ispirandosi alle tavole parolibere futuriste, una visualizzazione dei suoni onomatopeici appartenenti al linguaggio dei fumetti.
Tornando ai poeti visivi, un discorso specifico merita il controverso rapporto che ebbero con il libro d'artista i fiorentini aderenti al Gruppo 70, fondato da Eugenio Miccini e Lamberto Pignotti. In prima battuta infatti il libro era stato visto come il simbolo di una cultura istituzionale ed elitaria e perciò distante nel linguaggio e nei contenuti dalla realtà quotidiana. Da qui la loro esigenza di negarlo facendosi performer, artisti plastici, cineasti, esibendosi nei circoli, nei dopo lavoro, per strada, nel tentativo di eliminare il distacco che si era creata tra pubblico e prodotto artistico. Ed è estremizzando queste teorie utopistico/democratizzanti che il libro risorge dal suo annullamento e si fa strada in questo gruppo di artisti una nuova tendenza che lo propone come strumento alternativo, accessibile a tutti, il cui valore e la cui potenza comunicativa non possono essere messi in discussione dalla sua riproducibilità. Particolarmente interessanti sono le sperimenzazioni sul romanzo tecnologico, che viene redatto con stralci di testi e immagini estrapolati da quotidiani e rotocalchi riassemblati con un impianto narrativo apparentemente privo di un’esplicita consequenzialità logica e cronologica, ne è un esempio il già citato Neurosentimental di Stelio Maria Martini ma anche Io ti ex-amo di Lucia Marcucci. Nel libro, stampato in ciclostile e rilegato con punti metallici, è totalmente assente la parte iconica.

Poesia concreta e libro d'artista

La poesia concreta è un movimento artistico internazionale che nasce nel corso degli anni ‘50 contemporaneamente in Europa e Brasile e che poi trova terreno fertile anche negli Stati Uniti e in Giappone. Il punto di partenza degli artisti che gravitano in questo ambito è la parola che molto spesso non viene utilizzata per il suo valore semantico ma per le possibilità grafiche e visive che offre. Il termine poesia concreta sta proprio a sottolineare questa predominanza nei componimenti dell’aspetto fisico della parola sul significato e sul messaggio che può trasmettere.
Il luogo deputato a queste sperimentazioni è il foglio all’interno del quale si ricerca e si rincorre il perfetto equilibrio dei caratteri nello spazio; spazio che diventa esso stesso parte integrante ed elemento strutturale del poema. Il libro, che non sempre è concepito come opera a se stante, molto spesso viene utilizzato come strumento di raccolta e di diffusione di questi componimenti sotto forma di antologia di poesie di uno o più autori.
Esempio chiaro di questa modalità operativa è il volume esposto in mostra Worte sind Schatten dello svizzero Eugen Gomringer. I poemi qui raccolti, definiti dallo stesso autore delle “costellazioni”, sono caratterizzati da una disposizione schematica e rigorosa delle parole nella pagina e da una particolare attenzione per la loro organizzazione spaziale e tipografica. Nelle composizioni dell’italiano Carlo Belloli, poeta concreto con alle spalle una militanza nel movimento futurista, al contrario, il valore semantico della parola acquista un certo rilievo e non viene subordinato a considerazioni di tipo decorativo ed estetico, come si può notare nella tavola Acqua/acqua contenuta in Texte poéme poéme texte, in cui organizza nella pagina sottoforma di pioggia e onde, aggettivi e sostantivi che gli vengono evocati dalla parola acqua.
Sempre in Italia si dedica a questa pratica Arrigo Lora Totino, che in collaborazione con Sandro De Alexandris, realizza tre libri-oggetto in più copie: Busta celeste, Un nonnulla e L' in finito che giocano sul significato delle parole e la loro disposizione nello spazio. Lo stesso meccanismo viene utilizzato anche da Mirella Bentivoglio che con il suo Punto ambiguo crea un libro che può essere considerato una scultura.
Altri aspetti prevalgono invece in pubblicazioni come il libro cinetico A Valentine for Nöel: four variations on a scheme dell’artista americano Emmett Williams, in cui la possibilità di comporre, sfogliando il volume, parole e frasi, dà all’opera un carattere spiccatamente ludico.
Sono invece incentrate su un impianto più concettuale le prove concrete di Maurizio Nannucci. In M40/1967, l’artista fiorentino utilizza ogni singolo tasto di una macchina da scrivere Olivetti modello M/40, partendo da quello in alto a sinistra, per formare in ogni pagina un quadrato con la ripetizione di un singolo segno grafico o lettera per facciata. Sfogliando il libro difficilmente si riesce a percepire la presenza dei singoli segni ma l’occhio viene catturato dalle diverse scale di grigi da questi formate.

Selezione di pubblicazioni e mostre dedicate al libro d'artista in Italia

  • G. Celant, Book as artwork, in “Data”, numero 1, Milano settembre 1971
  • R. Barilli, D. Palazzoli, Il libro come luogo di ricerca, catalogo della mostra (Venezia, Biennale internazionale d’Arte 11 giugno – 1 ottobre 1972), XXXVI Biennale internazionale d’Arte, Venezia, 1972
  • D. Palazzoli, I denti del drago e le trasformazioni della pagina e del libro, catalogo della mostra (Milano, L’uomo e l’arte, giugno – luglio 1972), L’uomo e l’arte, Milano 1972
  • G. Celant, Offmedia. Nuove tecniche artistiche video, disco, libro, Dedalo, Bari 1977
  • L. Caruso, E. Miccini, M. Nannucci, Formato lib(&)ro, catalogo della mostra (Firenze, Fortezza da Basso, 7-15 gennaio 1978), Firenze 1978
  • L. Caruso, E. Miccini, M. Nannucci, Artists’ Books. Cento libri d’artista cento, catalogo della mostra ( Firenze, Biennale internazionale della grafica d’arte, Palazzo Strozzi), Firenze 1979
  • E. Miccini, Sarenco, F. Verdi, Liber. Pratica internazionale del libro d’artista, Factotum-art, Verona 1980
  • M. Bentivoglio, Il non libro / Bibliofollia ieri e oggi in Italia, catalogo della mostra (Palermo, Biblioteca Centrale, 24 gennaio – 20 febbraio 1985), De Luca Editore, Roma 1985
  • L. Caruso, Far Libro. Libri e pagine d'artista in Italia, catalogo della mostra (Firenze, Casermetta del Forte Belvedere, 19 aprile – 20 giugno 1989), Centro Di, Firenze1989
  • G. Gino, E. Zanella, Pagine e dintorni. Libri d'artista, rassegna internazionale, catalogo della mostra (Gallarate, Civica Galleria d’Arte Moderna) 1991
  • S. Barni, A. Soldaini, Di carta e d'altro. Libri d'artista, catalogo della mostra (Prato, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, 3-30 giugno 1994), Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Prato 1994
  • L. Dematteis, G. Maffei, Libri d’artista in Italia – 1960/1998, Regione Piemonte, Torino 1998
  • C. Barbieri (a cura di), Il libro d'artista in italia dal 1960 ad oggi, convegno (Modena, Istituto Adolfo Venturi, Sala delle Dame, 13 aprile 2000)
  • L. Dematteis, G. Maffei, Corpi di poesia. Libri e oggetti di poesia concreta, visiva, fonetica, mostra senza catalogo (Torino, Fiera del Libro, 11 - 15 maggio 2000)
  • L. Dematteis, G. Maffei, Corpi di poesia. Libri e oggetti di poesia concreta, visiva, fonetica, catalogo della mostra (Novi Ligure, Biblioteca Civica, 8 luglio - 10 agosto 2000), Comune di Novi Ligure, Novi Ligure 2000
  • Marco Bazzini, Editori in galleria. Libri d'artista negli anni settanta in Italia, catalogo della mostra (Marliana, Oratorio di S. Antonio, 16 luglio – 27 agosto 2000, poi Buggiano, Sala delle Conferenze della Biblioteca Comunale, 12 dicembre – 30 dicembre 2000), Maschietto & Musolino, Pistoia 2000
  • E. Miccini, A. Rimmaudo, Libri d’artista, Editoriale Sometti, Mantova 2000
  • G. Maffei (a cura di), Il libro d’artista, Edizione Sylvestre Bonnard, Milano 2003
  • L. Chimirri (a cura di), Figurare la parola: editoria e avanguardie artistiche del Novecento nel Fondo Bertini, catalogo della mostra (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, 16 ottobre 2003 - 31 marzo 2004), Vallecchi, Firenze 2003
  • M. Gazzotti, Altri volumi, libri d'artista dalla collezione Carlo Palli, catalogo della mostra (Desenzano, Biblioteca Angelo Anelli, 8 – 12 ottobre 2003), Comune di Desenzano, Desenzano 2003
  • M. Gazzotti, DeLIBERatamente. Il libro d’artista negli anni ’60 e ’70, catalogo della mostra (Soncino, Rocca Sforzesca, 19 giugno – 11 luglio 2004), Edizioni dei Soncino, Soncino 2004
  • A. Moeglin-Delacroix, L. Dematteis, G. Maffei, A. Rimmaudo, Guardare, raccontare, pensare, conservare, catalogo della mostra (Mantova, Casa del Mantengna, 7 settembre – 28 novembre 2004), Edizioni Corraini, Mantova 2004
  • R. Barilli, Il libro d'artista in Emilia Romagna, mostra senza catalogo (Bologna, Museo Civico Archeologico, 23 - 26 settembre 2005)
  • R. Antolini, A. d'Alessandri, M. Gazzotti, Libri esplosivi taglienti e luminosi. Avanguardie artistiche e libro tra futurismo e libro d’artista: un percorso di lettura dall’Archivio Depero e dal Deposito Paolo Della Grazia, catalogo della mostra (Trento, Biblioteca Comunale, 16 settembre – 15 ottobre 2005; poi Bolzano, Museion, 8 novembre 2005 – 17 febbraio 2006), Nicolodi, Rovereto 2005
  • L. Gasparini, C. Panizzi, Foto-Grafia, Artisti, libri e fotografia fra il 1960 e il 1980, mostra senza catalogo (Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, 28 aprile – 20 giugno 2006)
  • M. Gazzotti, Primo amore. La passione di un collezionista. 100 libri d'artista dalla raccolta di Paolo Della Grazia, catalogo della mostra (Bologna, Museo Civico Archeologico, 14 settembre - 15 ottobre 2006), Damiani, Bologna 2006
  • G. Maffei, M. Picciau, Il libro come opera d’arte. The Book as a Work of Art, catalogo della mostra (Roma, Galleria d’Arte Moderna, 23 settembre - 19 novembre 2006), Corraini Editore, Mantova 2006
  • A.A.V.V., Il libro e l'artista, numero monografico della rivista “Eikon: i temi e le idee dell'arte”, n. 3, FMR, Bologna 2007
  • R. Antolini (a cura di), Artisti e libri del Novecento, dal libro d’artista al virtuale, tavola rotonda (Rovereto, Mart – Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, 19 ottobre 2006), in “Avanguardia: rivista di letteratura contemporanea ”, n. 34, Pagine, Roma 2007
  • V. Dehò, Children’s Corner. Libri d’artista per bambini e ragazzi, catalogo della mostra (Merano, KUNST MERAN/O ARTE, 29 aprile - 17 giugno 2007), Corraini Editore, Mantova 2007
  • G. Maffei, E. De Donno, Libro sensibile: la fotografia nel libro d'artista dagli anni '60 ad oggi, catalogo della mostra (Foligno, Palazzo Trinci; Spoleto, Galleria Civica Arte Moderna, 27 aprile - 25 maggio 2008) Viaindustriae, Spoleto 2008
  • M. Gazzotti, Books! Dagli anni sessanta ad oggi. Libri d’artista dal fondo Liliana Dematteis in deposito al Mart di Trento e Rovereto, catalogo della mostra (Bologna, Fondazione Del Monte, 17 settembre – 31 ottobre), Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi) 2008